Il Pranayama: l'arte del respiro consapevole

Il Pranayama è la scienza del respiro ed è il punto centrale attorno al quale ruota la vita. Il termine che significa “estensione del respiro e suo controllo” è costituito dalla parola Prana, che vuol dire respirazione, energia, forza, vitalità e Ayama che significa lunghezza, espansione, controllo.

Ma che cosa è la respirazione e perché è così importante osservarla?

La respirazione è un atto fisiologico e automatico, anche se puó essere influenzato dalla volontà, che garantisce l’egemonia della vita. Essa è composta dall’alternarsi ciclico di due movimenti radicalmente opposti tra loro:

  • l’inspirazione garantita, essenzialmente, dalla contrazione del muscolo diaframma in cui l’aria entra nei polmoni;
  • l’espirazione in cui si ha un rilasciamento del diaframma e l’aria esce dai polmoni.

Effettuando le tecniche di Pranayama si lavora anche in quella che possiamo definire una terza fase della respirazione:

  • fase di trattenimento in cui il respiro viene sospeso o dopo una profonda inspirazione, con i polmoni pieni di aria vivificante o dopo una espirazione completa, con i polmoni svuotati di tutta l’aria nociva.

Lavorare sul diaframma permette di migliorare tutte quelle che sono le funzioni svolte o facilitate da questo muscolo, quindi significa migliorare la respirazione aumentando la concentrazione di ossigeno nei tessuti, migliorare la postura per la sua azione di protezione sulla cerniera lombare, migliorare la digestione e la funzionalità intestinale per il massaggio che esercita sui visceri durante la respirazione, migliorare la funzionalità vescicale per lo stretto rapporto che ha con il perineo, migliorare la circolazione venosa, arteriosa e linfatica per l’azione di pompaggio esercitata sull’aorta, sulla vena cava e sul canale toracico che lo attraversano.

La respirazione esprime ogni nostra emozione, mutamento di umore e variazione di atteggiamento quindi, osservandola, possiamo avere una chiara consapevolezza di come ci sentiamo e di cosa stiamo vivendo in un determinato momento. Essa ha innumerevoli modalità di espressione e, a seconda del nostro stato corporeo, psicologico, emotivo e spirituale, cambia, quindi osservarla, ci costringe ad una vigilanza continua. È per questo che il respiro è uno degli elementi essenziali per il risveglio della consapevolezza.

Praticare il Pranayama ci insegna a modificare alcuni stati d’animo, cioè rilassarci quando siamo troppo tesi, stimolare l’energia quando siamo depressi, trovare calma e distacco quando ci sentiamo travolti dagli eventi e senza via d’uscita. Inoltre il respiro, essendo un movimento, puó armonizzarsi con i movimenti del corpo che a sua volta puó muoversi al ritmo del respiro e trovare con esso sintonia e sincronia.

È importante tenere presente che le aperture del corpo favoriscono le inspirazioni e le chiusure le espirazioni, ma l’aspetto che non deve essere perso di vista è che il corpo e il respiro possono diventare un tutt’uno, perché non siamo esseri spezzettati, come la nostra cultura spesso ci insegna, con il fisico da una parte e il mentale dall’altra, ma possiamo scoprirci unificati (yogici) con la possibilità di armonizzare la complessità di cui siamo portatori.

Attraverso la pratica dello Yoga si scopre che non c’è niente di piú naturale che i movimenti del corpo siano aiutati da quelli del respiro e viceversa e che corpo e respiro siano due realtà unificate e interconnesse le cui leggi sono estremamente semplici.

L’agitazione dell’uno crea agitazione dell’altro, la quiete dell’uno, la genera nell’altro.

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